Comunicazioni forzate
Forse quando non si ha niente da scrivere è meglio non scrivere, ma oggi avrei moltissimo da dire e invece non è certo questo blog il luogo adatto, considerando che le mie sarebbero solo le velleità di un viaggiatore onirico oppure i problemi adolescenziali di quel fanciullino pascoliano che non mi abbandona mai.
Ciò detto pubblico una poesia (sai che palle!) e mi autoesproprio quello che sembra essere un impeganto blog che si occupa di comunicazione.
E l'uomo pianse mille lacrime
ma eran così profonde
che scavavan dentro 'l sublime
Ciò detto pubblico una poesia (sai che palle!) e mi autoesproprio quello che sembra essere un impeganto blog che si occupa di comunicazione.
E l'uomo pianse mille lacrime
ma eran così profonde
che scavavan dentro 'l sublime
solcavano le fronde
di quel suo tronco d'anima
I mostri della sera
vennero a riempirlo di cera
ella, distaccata, allo stoppino
diede fuoco repentino
Ma dalla fiamma estenuante
ei seppe rinvenire
la scintilla di una vita entusiasmante
di quel suo tronco d'anima
I mostri della sera
vennero a riempirlo di cera
ella, distaccata, allo stoppino
diede fuoco repentino
Ma dalla fiamma estenuante
ei seppe rinvenire
la scintilla di una vita entusiasmante
16 Comments:
Solo una domanda...
non credi ci siano molte cose che non possono essere condivise semplicemente perchè non possono essere colte nella loro pienezza?
giovane, datti alla droga, che ne hai proprio bisogno.
Ma cambia target ! Quella non ti merita !
Cara Luciana,
credo ci siano persone che non riescano a cogliere la pienezza di determinate cose ... e questo è triste.
Ora, finita la risposta cattiva ( che non voglio assolutamente scagliare contro di te ), cerchiamo di vederci più chiaro.
Credo che per cogliere la pienezza delle cose bisogna avere una cultura e una profondità di sentimenti non indifferente, ma alla fine ci si riesce. Perché siamo uomini.
E se si raggiunge questo livello di "comprensione" poi allora sì che la condivisione avviene e si ... tocca il cielo con un dito.
P.s.
Caro Giò grazie per la solidarietà
Premettendo che se è in corso una polemica io non ho capita/non l'ho capita. SPERO che la pienezza delle cose possa essere colta anche da chi di cultura e profondità non ne ha così tanta (altrimenti io come farei?? ^_^'). Alle volte mi pare che di pienezza delle cose ne sappia molto di più l'omino supervecchietto seduto al sole di fine maggio o il mio cagnolino che ogni mattina è tanto felice di vedermi da fare un quarto d'ora di feste. (E questo non per mettere i due sullo stesso piano :) )
ehmmm cm sono dislessica qst sera! Ne sa molto di più l'omino o il cagnolino rispetto a un filosofo o tanta altra gente dalla piu o meno presunta vasta cultura e sufficiente profondita di sentimenti......secondo me (e poi cmq giusto per fare un esempio).
Sergio apri un altro blog!! dove tu possa occuparti anche di altro :)
a volte ci sono così tante cose da dire che non riusciamo nemmeno ad esprimerci...però parla pure dei tuoi problemi...ti sentirai più leggero...
Caro Sergio,
il vivere determinate sensazioni ed emozioni e il poter comunicare agli altri -anche a persone carissime- ueste sensazioni è una cosa molto differente.
Mi riesce un pò difficile pensare che dipenda tutto dalla cultura, non credo che i contadini analfabeti che sono ancora una realtà consistente nel mio paese vivano diversamente da te(persona colta ed erudita sicuramente!)le emozioni.
E questo era solo un esempio, potrei continuare all'infinito...
In ogni caso, tante volte è proprio la consapevolezza della propria cultura che porta ad ostentare i sentimenti e a racchiuderli in parole che diluiscono il senso generale con acqua stagnante.
Parole che risultano, come dicevi anche tu, comunicazioni forzate...
luciana praticamente la pensa simile a me...però io penso anche che forse chi ha "più cultura" (sicuramente potrei dirlo meglio ma ci siamo intesi) possa magari esprimere "meglio" (cioè più comprensibilmente ai suoi "pari")quello che sente.
Poi mi chiedo anche, ma ci sono veramente parole, suoni, colori, c'è veramente qualche mezzo per esprimere certe sensazioni e certi sentimenti se non solo quello di sentirli? Non vuol essere una domanda retorica. Me lo chiedo veramente.
Mi dispiace costatare di essere stato frainteso, qui non si parla di cultura nozionistica, di cultura colta, ma di cultura nel senso etimologico (colo, -is, colui, cultum, -ĕre).
Il problema è che, a mio avviso, non puoi provare quello che non conosci ... o se volete, che non senti ...
Non puoi mettere l'etimologia di cultura e poi non tradurlo in italiano...come fanno tutte le umili ragioniere che hanno studiato latino solo per poco e solo per hobby che leggono il tuo blog a capire?
coltivare
Coltivare?
COLTIVARE!?!?!
Mah ritengo che per un 'comunicatore' il fatto di essere quasi sistematicamente frainteso sia un po' preoccupante e dovrebbe spingere a porsi un po' di domande...
Sempre ammesso che si tratti di un fraintendimento e non di un patetico tentativo di arrampicarsi sugli specchi pur di non ammettere a se stessi e agli altri di aver detto una fesseria...
:D
Chi mangia candele caga stoppini
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