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Alto 1, 85 cm, circa, attualmente sovrappeso, castano, occhi marroni misti a verde, tendenzialmente simpatico.

mercoledì, gennaio 18, 2006

L'interessante fenomeno delle leggende metropolitane

Il seguente lavoro, fu realizzato per un corso di giornalismo online, anche se ufficialmente si chiamava "Teorie e tecniche dei nuovi media", fatto dal direttore del corriere.it Marco Pratellesi. Risale quindi al 15 Novembre 2004.

Tra racconti misteriosi e bufale on-line per arrivare a inquietanti risvolti nella vita di tutti i giorni

Leggende metropolitane ieri e oggi

Un articolo che documenta il panorama delle “urban legends” esplorabile da internet




Iniziamo la giornata facendo colazione di fronte a un telegiornale che annuncia di un’altra atrocità che giunge da oriente: il rapimento e la consequenziale uccisione di un giovane americano, tale Benjamin Vanderford, arriviamo al lavoro e troviamo dei fogli stampati sulla nostra scrivania accanto al monitor del computer, il capo ha voluto che l’allarmante e-mail appena giuntagli fosse distribuita a tutti affinché fosse nota l’incombente minaccia : il pericoloso virus “….”. Controlliamo la posta per ricevere l’ennesimo messaggio di spamming che ci propone “…”, poi ci ricordiamo del “tg” e troviamo facilmente in rete il video dell’americano giustiziato dato che molti media, nei loro simulacri on-line, danno continua eco alla notizia. A pranzo incontriamo un’avvenente collega che ci mette in guardia sul nuovo pericolo “casalingo” : i kosovari rubano la biancheria. Solo a sera rientriamo nella nostra dimora per guardare un simpatico programma in cui il comico di turno ci prende in giro, parlando del coccodrillo albino nascosto nelle fogne della città, una sonora risata ci mette di buon umore …

Sono ovunque intorno a noi eppure non ce ne accorgiamo. Le leggende metropolitane, materializzazione delle paure della società, vengono costruite e diffuse di continuo e ovunque. La rete rilancia tale fenomeno e lo fa con una potenza inaudita fino
a dargli ancora maggiore potenza persuasiva. Ma come funziona una leggenda e perché è così facile esserne vittime?
Alla base di tutto il “principio di autorità” cioè “il meccanismo che rende credibili fandonie sesquipedali: se la notizia, per quanto dura da credere, ci viene da un amico del quale abbiamo fiducia o ancora meglio da una fonte autorevole istituzionale, a volte addirittura dalla tv o dai giornali, il nostro spirito critico cade in sonno e accettiamo quantoci viene raccontato. Diventeremo a nostra volta veicolo della leggenda metropolitana, che spesso fa leva emotiva sui sentimenti e sui pregiudizi, assecondando uno stimolo molto umano: quello legato al piacere di entrare nel novero e nell'elite di "coloro che sanno"” .
Come afferma uno dei massimi esperti in materia, il prof. Brunvald dell’Università dello Utah, riferendosi alle leggende, “queste sono storie raccontate con la stessa convinzione con cui lo si farebbe se fossero vere, attribuite ad un amico o a un
amico di un amico, ma che sono troppo piene di coincidenze o bizzarre per essere prese alla lettera” e aggiunge : “Le stesse storie di base vengono raccontate in molti posti diversi, collegandole alla realtà locale e con diverse varianti. Queste
sono il nocciolo di ciò che io chiamo leggende metropolitane” .
Le leggende si diffondono tramite il passaparola e in una società mediatizzata come la nostra si insidiano nei media, per l’appunto, e nella rete, come dimostra l’episodio della donna iraniana che avrebbe dato alla luce una rana riportato
dalla BBC che guarda caso affermava che un giornale iraniano aveva riportato l’orrido evento (un amico di un amico…).
O come è stato dimostrato toccando entrambe le sfere dal caso Vanderford, il finto ostaggio, che dichiara insieme ai suoi amici di “trovare che questo video, e in particolar modo quello che è diventato, espone dei problemi con i media […] che smettono di fare investigazioni private e si affidano a una o due fonti,
spesso AP e Reuters” .
Dalle leggende “metropolitane” a quelle “virtuali” passando dalle “religiose”. Esistono infatti le “leggende metropolitane cristiane” come vengono definite dall’ICR, Institute for Creation Research, a cui hanno dato adito le non poche incongruenze della Bibbia.
“Le Cristian Urban Legend sono storie o eventi che non sono mai accaduti. Generalmente creati da un Cristiano come garanzia,poiché danno un supporto concreto alle loro credenze” Tra coloro che si sono mobilitati per studiare e “smascherare”
le leggende metropolitane ricordiamo : il Cicap, comitato italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale, Claudio Ciaravolo e Paolo attivissimo, “divulgatore informatico e cacciatore di bufale” .
Negli ultimi anni impegnati “verso”, o forse dovrei dire “contro”, le leggende-bufale on-line, come testimonia il recente convegno “Contaminazioni : voci, bufale e leggende metropolitane nell’era di internet” tenutosi a Torino dal 5 al 7 Novembre.
Dichiara Massimo Polidoro, membro di spicco del Cicap, che “Ci sono sicuramente leggende innocue, ma molte non lo sono affatto: a volte trasmettono paure infondate, creano timori immaginari, diffondono messaggi razzisti di rifiuto di chi è "diverso" da noi, procurano disagi e in qualche caso autentico dolore. Per tutti questi motivi credo che sia sempre bene condurre una verifica e andare a fondo di ogni "strana" storia.”
Ciaravolo invece è un vero e proprio studioso da laboratorio e alla fine delle sue ricerche, dopo aver creato egli stesso, una leggenda, è giunto a definire due figure in opposizione tra loro : il “legendmaker” e il “legendbuster” attori di una possibile guerra di “marketing occulto” .

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