La tecnica del racconto
Come si costruisce un racconto? Quali sono gli strumenti da utilizzare? Chi ha talento scrive di getto quello che gli passa per la testa o utilizza comunque delle astuzie da scrittore? Vi sono tratti comuni rintracciabili, a livello strutturale e stilistico?
Cominciamo con un esempio, sperando che vi siano commenti volti a rispondere a qualcuna delle domande appena proposte, in seguito cercheremo di sommare le vostre risposte alle mie e vedremo cosa ne viene fuori.
Cominciamo con un esempio, sperando che vi siano commenti volti a rispondere a qualcuna delle domande appena proposte, in seguito cercheremo di sommare le vostre risposte alle mie e vedremo cosa ne viene fuori.
"Come ogni sera, tornando dal lavoro, il piccolo uomo butterato si fermò al circolo del gioco degli scacchi. Era un bel posto, pieno di calore, in cui egli riusciva a trovare una famiglia ormai lontana. Bussò copiosamente sulla porta di legno che lo avrebbe introdotto nello stanzino superaccessoriato che faceva da anticamera alla ben più ampia sala Preziosi. Un omaccione pelato venne ad aprirgli, lo scrutò con aria inquisitoria e poi, facendosi da parte, proferì un buonasera proforma. C’era abituato e tutto sommato non gli dispiaceva. Si levò le scarpe e i pedalini grigi, fece il pediluvio di rito ed entrò.
Quella sera il luogo era più affollato del solito, l’erbetta fresca del pavimento era un toccasana per i malumori accumulati durante il giorno e lo sforzo mentale in dirittura d’arrivo serviva solo a svuotare il cranio da tutto ciò che lo aveva assillato durante il giorno. Un profumo di viole avvolgeva i giocatori che già avevano preso posto su dei pouf rosa. Le scacchiere lievitavano tra ogni paio di contendenti, essendo null’altro che proiezioni olografiche.
Il Grande Maestro di stava cimentando in una videosimultanea con i cinesi mentre un gruppo di accoliti con le gambe incrociate lo guardava spremersi le meningi. La Prima Nazionale ingaggiava scontri veloci con chiunque si trovasse a passare dalle parti della sua postazione. Il Candidato analizzava con un gruppo di Seconde.
Diversamente dagli altri circoli della città in quello, che si riteneva uno dei più evoluti e civilizzati, non era fatto divieto di giocare in modalità Esp. Pertanto non erano rari i decessi. A volte il Grande Maestro si divertiva a uccidere qualche nuovo arrivato tanto per dare l’ennesima prova della sua grandezza, altre volte invece era qualche Prima che riusciva a fare breccia nell’organizzazione e a menare colpi a destra e a manca, in ogni caso ognuno aveva firmato una liberatoria in cui dichiarava esplicitamente di essere a conoscenza delle regole del circolo e di assolverlo da qualsiasi responsabilità in caso di morte per Esp.
I vertici organizzativi erano alquanto soddisfatti di questa situazione che garantiva un ricambio veloce di iscritti e faceva sì che la prestigiosa società scacchistica si potesse fregiare sempre dei migliori sulla piazza."
7 Comments:
Ti scrivo semplicemente quello che ho avuto la fortuna di imparare durante un corso tenuto da uno scrittore noir bolognese, Luigi Bernardi, non so se ne hai mai sentito parlare.
Luigi mi ha insegnato che per scrivere ci vuole innazitutto una grande forza di volontà e la capacità di sapersi mettere in discussione, sempre.
Bisogna dare corpo ai personaggi,delinearne le caratteristiche fisiche, fare in modo che un ipotetico lettore riesca ad immaginarne volto,carattere, che riesca a provare le sue stesse emozioni. Questo è il primo passo: dare fisicità per avvicinare chi legge alla tua storia.
Per quanto riguarda gli strumenti, le tecniche da utilizzare, bisogna fare attenzione alle frasi fatte. Ti faccio un esempio: nel frammento del tuo racconto ad un certo punto scrivi " spremersi le meningi"...Le usavo anch'io, e anche molto spesso, poi ho imparato pian piano a scegliere altre parole, con più cura e ti assicuro che l'effetto era completamente diverso. Molto spesso utilizziamo le frasi fatte per comodità, ma se ci pensi basta poco per rendere la frase più originale, per renderla veramente tutta tua.
Ultima cosa: mi dicevano di evitare gli avverbi che finiscono in - "mente", o almeno evitare di disseminarne i periodi, perchè appesantiscono parecchio.
Come vedi non è che io sia riuscita a farlo del tutto, però ci provo.
Ecco, nient'altro,spero di non averti annoiato.
Fammi sapere cosa ne pensi.
Io, cmq, rimango dell'idea che scrivere sia prima di tutto passione e divertimento.L'importante è farlo.
Un bacino
Luciana
P.S. Giuro che con questo chiudo. Volevo solo indicarti due libri che ho letto, su indicazione del prof., che dimostrano come 2 stili di scrittura opposti siano ugualmente efficaci al livello di capacità di irretire il lettore.
Uno è " Trilogia della città di K" di Agotha Kristoff - è scritto senza nessun tipo di fronzolo: soggetto, verbo, complemento, punto.
L'altro è "Cecità" di Saramago, scritto addirittura senza punteggiatura nei dialoghi.
Mi interessa il discorso su "spremere le meningi". Credo che quello dell'uso del linguaggio sia un tema abbastanza controverso. Scrittori come Manzoni sono diventati famosi per aver usato un linguaggio "vicino" al popolo, mentre tu mi lasci intendere che proponi la ricerca di qualcosa di più originale, di più colto, il cui rischio è tagliare fuori parte dei tuoi lettori. Iniziamo quindi le nostre "tecniche del racconto" incentrando il dibattito su questo : che linguaggio usare?
Dipende da cosa intendi per originalità.
Essere originali significa scegliere parole che rendano cmq l'idea che si vuole esprimere, senza ricorso ad espressioni trite e banali.
Non per forza si deve pensare ad una ricerca colta e sofisticata, che tagli fuori una fetta di lettori. Anzi, io sono per la semplicità della scrittura, trovo sia più trasparente e diretta...
Aspetto un tuo ulteriore parere.
Ora vado perchè tra poco parto, a lunedi.
Luci
Per scrivere un buon racconto bisogna, a mio avviso, avere chiari quali sono inostri obiettivi. Se vogliamo fare qualcosa di commerciale e ridurre il tutto ad una mera operazione editoriale gli ingredienti fondamentali sono : 1. una storia facile da comprendere, con dentro una macedonia di generi (avventura, rosa, giallo), il tutto condito da un finale melenso. 2. un linguaggio che si avvicini a tutti, niente arcaicismi o costrutti arzigogolati, ma semplicemente "scrivi come mangi", se mi si passa l'espressione, insomma bisogna raccontare come se si stesse parlando ad un bambino di tre anni e tendenzialmente, quindi, evitare alcuni termini che sto usando in questo momento :)
Interessanti, poi, sono quegli esperimenti che, come le letture che mi segnalavi, puntano a "comunicare" in maniera diversa, alternativa a volte perfino più funzionale del solito.
A questo punto direi di continuare a riflettere su questo tema, ma di cominciare a stabilire degli obiettivi per il nostro ipotetico racconto, cosicché potremo un domani decidere di cominciarne a scrivere uno online, a quattro, otto, sedici mani ...
Buon viaggio e a presto Luciana
Bello, finalmente un argomento nuovo e affrontato con considerazioni originali.
E poi ci si lamenta
Caro Mr. sentenza,
vuoi che cominciamo a scrivere il racconto a più mani?
Se non ti aggradano gli argomenti, ne puoi proporre tu qualcuno ...
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