Comunicazioni inique

Questo post, ahimè autobiografico, vorrebbe denunciare il comportamento di alcune persone che, per motivi più o meno oscuri, si dilettano a comunicare in maniera ambigua. Nella mia, finora breve ma intensa, vita mi sono trovato spesso ad avere a che fare con gente falsa e che fa un ampio uso di comunicazione ingannevole, persone insomma che avranno un posto nella nostra società, magari in politica o in pubblicità!
Ma oggetto del nostro post sono coloro che volontariamente non esprimono chiarezza, ma complicano le regole del gioco. Qui non siamo di fronte ai soliti "voltafaccia", ma a un "dico, ma non voglio dire", "ti comunico, ma subito dopo discomunico" un'intrigata serie di messaggi e contromessaggi, quando poi il linguaggio paraverbale non contrasta con quello verbale e allora la situazione si complica maggiormente e tu sei lì che cerchi di risolvere la sciarada ... se non ti stufi prima ...
Dall'amicizia, all'amore ai semplici rapporti quotidiani ci si diverte ad infrangere le massime di Grice, e se tale cosa è peculiare a volte di un certo tipo di linguaggio evoluto, altre volte indica un torbido gioco in cui si inganna il destinatario. Come fare quindi a vincere la voluta incomunicabilità?
Se è vero, come è vero, che è impossibile non comunicare, allora dovremo cercare di risolvere il nostro puzzle mettendo insieme tutte le tesserine del vero messaggio che subliminalmente si insinua tra la marea di facezie e depistaggi. Pertanto, come tombaroli negli intrigati cunicoli della piramide, ci risulterà necessario applicare in pieno la nostra ars interpretandi e seguire la traccia giusta.
Ancora una volta la situazione appare però controversa, in fin de' conti se l'emittente comunica volontariamente in maniera ingannevole è giusto che noi cerchiamo di andare oltre? E' corretto nei nostri stessi confronti decodificare il cifrato che altro non è che un messaggio mascherato? Non sarebbe forse più giusto fermarsi a quanto ci viene dato e aspettare "comunicazioni più chiare"? O forse quest'ultima soluzione indica il tentativo di trincerarsi in una torre d'avorio per vivere meglio e scervellarsi di meno?
Ma oggetto del nostro post sono coloro che volontariamente non esprimono chiarezza, ma complicano le regole del gioco. Qui non siamo di fronte ai soliti "voltafaccia", ma a un "dico, ma non voglio dire", "ti comunico, ma subito dopo discomunico" un'intrigata serie di messaggi e contromessaggi, quando poi il linguaggio paraverbale non contrasta con quello verbale e allora la situazione si complica maggiormente e tu sei lì che cerchi di risolvere la sciarada ... se non ti stufi prima ...
Dall'amicizia, all'amore ai semplici rapporti quotidiani ci si diverte ad infrangere le massime di Grice, e se tale cosa è peculiare a volte di un certo tipo di linguaggio evoluto, altre volte indica un torbido gioco in cui si inganna il destinatario. Come fare quindi a vincere la voluta incomunicabilità?
Se è vero, come è vero, che è impossibile non comunicare, allora dovremo cercare di risolvere il nostro puzzle mettendo insieme tutte le tesserine del vero messaggio che subliminalmente si insinua tra la marea di facezie e depistaggi. Pertanto, come tombaroli negli intrigati cunicoli della piramide, ci risulterà necessario applicare in pieno la nostra ars interpretandi e seguire la traccia giusta.
Ancora una volta la situazione appare però controversa, in fin de' conti se l'emittente comunica volontariamente in maniera ingannevole è giusto che noi cerchiamo di andare oltre? E' corretto nei nostri stessi confronti decodificare il cifrato che altro non è che un messaggio mascherato? Non sarebbe forse più giusto fermarsi a quanto ci viene dato e aspettare "comunicazioni più chiare"? O forse quest'ultima soluzione indica il tentativo di trincerarsi in una torre d'avorio per vivere meglio e scervellarsi di meno?