
Eccoci a noi, ritorniamo nel seminato, ma non troppo!
Non voglio perdermi in un lungo discorso di tipo fotografico in cui cerco di discutere la possibilità o meno di fotografare un'emozione, discorso peraltro interessante, ma che mi porterebbe a studiare meglio Barthez (si scriveva così?!) e a chiedere aiuto ai miei amici che fanno semiotica. Voglio invece portare sulla mia pagina la comunicazione paraverbale e questa volta in maniera più seria.
Un appassionato come me di pragmatica, scienza, o forse meglio categoria dalle mille teste che raccoglie tutto ciò che serpeggia tra i sotterranei di quel modello standard proposto anni or sono da Shannon e Weaver, non può non essere colpito da quello che mi è successo l'altro giorno.
Incontrare una persona e leggere le sue emozioni rispondendo con altre emozioni.
Certo potrei tornare con i piedi per terra e raccontarmi/vi che ho fatto un "viaggio lungo un sogno" (spero nessuno mi citi per pubblicità occulta ;) ma preferisco credere che ci sia del buono e del sensato in ciò che ho visto. Non fosse altro per la libertà di interprertazione che impera dopo le tesi di Eco e che mi sembra possa essere parzialmente adattata alla mia situazione, qualora ce ne fosse bisogno.
La mia tesi, che si va sviluppando ormai da tempo, è che vi siano dei canali di comunicazione "tutti umani" che usiamo deliberatamente senza renderci conto della loro effettiva esistenza ed efficacia. Senza darvi, per il momento, la mia ipotesi di lavoro, mi limito a ritornare al tema del post : comunicare per emozioni.
Fotografare una emozione è stato per me fotografare nella mia memoria un'immagine significativa di suoni, odori, colori ... la parte principale è però costituita dall'espressione del volto. La mimica influisce fortemente su questa comunicazione paraverbale che fa si che arrivi un messaggio forte, supportato da atteggiamenti e movimenti più o meno consci.
Lungi da me raccontare la "solita storia" del segno "chiusura delle braccia" o "accarezzamento dei capelli", qui si cerca di mettere il primo gradino per una tesi ben più complessa che porti alla definizione di un canale di comunicazione preferenziale, e per il momento del tutto (o quasi) metafisico che è proprio della comunicazione umana.
A questo punto per chiudere quello che è ormai diventato un post/papiro, cerchiamo di "vederci più chiaro" tutti insieme e partiamo da zero.
E' accettabile il mio punto di partenza? Possiamo parlare di comunicazione umana particolare? Il mio discorso presenta dei lati condivisibili e nuovi o questi lati scadono nel "già sentito" o in panorami Esp quali telecinesi e paranormale in generale?
E in particolare, vi è mai capitato di fotografare un'emozione?