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Alto 1, 85 cm, circa, attualmente sovrappeso, castano, occhi marroni misti a verde, tendenzialmente simpatico.

sabato, gennaio 28, 2006

Il sonno della ragione genera mostri

Ieri è stata proprio una giornata intensa, nel pomeriggio, non pago dell'impegnativa mattinata dalla D'Eusanio e in redazione, sono andato ad un dibattito pubblico sulla droga.



Buffo come alcuni temi della mattinata siano ritornati :


- si è parlato di tv spazzatura

- c'è stato qualche accenno ai politici e alla loro comunicazione della propria sfera pubblica, anche se non ricordo a che proposito


e poi sono stati affrontati alcuni aspetti comunicativi interessanti. La psicologa Gloria Martinis, sosteneva, infatti, che vi è tutta una serie di messaggi che il ragazzo che si droga o che sta per entrare nel tunnel, comincia ad emanare, messaggi importantissimi, di disagio, che coloro che gli sono attorno devono notare per intervenire il più velocemente e oculatamente possibile.

Inoltre io ho portato avanti il discorso della campagna antidroga della Presidenza del consiglio dei ministri ( vedi post Pubblicità per il sociale : ricatto morale ), purtroppo però ho ricevuto un aggressione non indifferente dal presidete e dal coordinatore dell'Anglad , l'associazione promotrice dell'incontro. Sostenendo infatti l'inefficacia del messaggio pubblicitario di quella campagna, a loro è sembrato che io volessi mettere in dubbio la necessità di costruire messaggi antidroga. Evidentemente sono stato ampiamente frainteso, d'altra parte però questi signori erano portatori della mentalità del "bastone e della carota" e hanno addirittura parlato di condizionamento, sistema antiquato e fallito, utilizzato peraltro con gli animali, non con le persone.


Pertanto inviterei coloro che si occupano di temi sociali così profondi e scottanti, ad ascoltare comunque una proposta sul tema della comunicazione che è fondamentale per prevenire, per far giungere messaggi, ecc ...


Perché puoi essere il portatore delle migliori idee, ma se le dici dal cucuzzolo di uno sperduto spuntone di roccia, nessuno ti sentirà.


L'Eremita : non ti cagherà nessuno.
Mago Maghello

venerdì, gennaio 27, 2006

Nostra signora Tv. Se non comunichi non esisti?

Stammatina, all'aula pacis del polo universitario di Cassino, è intervenuta Alda D'Eusanio, all'interno della cerimonia di consegna delle pergamene di laurea.




Questi in sintesi i punti affrontati dalla esperta donna del mondo dello showbiz :

- Rai e Mediaset : un tutt'uno
- Tre morti di Dio : crocifissione in Palestina, morte di dio di Nietzche e oggi : la nostra indifferenza
- Indignazione per l'attenzione dei media italiani, televisivi e non, più per il gossip che per le notizie concrete, mentre nel mondo le atrocità si sprecano, da noi si parla di Albano e della Lecciso.
- Mancanza di credibilità della tv che ha perso la sua valenza di industria culturale che aveva ai tempi de "Il mulino del Pò"
- Pochi meriti di Berlusconi e molti demeriti, in un panorama odierno in cui non è più padrone di Mediaset solo, ma di tutto
- Solidarietà a Santoro che se non può rientrare perché connotato politicamente è nella stessa condizione di Vespa e Badaloni, ex vicepresidente della regione lazio.
- Riscontro, comunque, di una certo fervore critico del pubblico di questa tv spazzatura che non riesce a non far pensare.

Un'inedita D'Eusanio che porta idee di sinistra, tenendoci a dire che non si sente politicamente vicino alla Formisano, esponente di spicco dell'Udc ciociaro.

Fa discorsi di comunicazione, non tralasciano una lezione di comunicazione politica, ( il leader che condivide con il pubblico la sua sfera privata ) non ha paura di toccare discorsi politici veri e propri e strizza l'occhio ad un pubblico molto entusiasta.

Mentre cerca di "non farsi male da sola" come ama ripetere, perché primo o dopo "dovrà tornare a lavorare" da mamma Rai o da Mediaset.

Presentavano il caporedattore del Tg4 e un giornalista del Tg2.

mercoledì, gennaio 25, 2006

Da "Forza Italia" a "Italia, Forza"

Buffo come la campagna pubblicitaria di Forza Italia si sia evoluta. All'inizio infatti i molteplici cartelloni proponevano varie "migliorie" tutte sotto l'egida del logo, dei colori e del motto "Forza Italia". Cartelloni patriottici che richiamavano alla mente valori di vecchia data e che portavano con sè una forza dovuta a tali accenni, acutamente messi in gioco dai pubblicitari.

In seguito è arrivato un periodo di transizione, in cui si è deciso di fare propri elementi di una cultura non proprio di destra, ma che comunque erano di sicuro impatto e potevano raccogliere consensi.


Oggi invece si vede, almeno per il momento, un solo grande rettangolo che recita "Italia, Forza", come a dire, "Facciamoci coraggio ... stringiamo i denti ... cerchiamo di andare avanti ...". Forse si vuole giocare con questa anastrofe per catturare l'attenzione, come farebbe supporre il "Niente paura, hai letto bene", che d'altra parte apparrebbe riferirsi alla paternità del messaggio. Forse non si sono accorti del grave errore che hanno fatto.

domenica, gennaio 22, 2006

Problemi di comunicazione


Quante volte avete avuto problemi di comunicazione? Come li avete risolti? Per il momento un esempio fresco, fresco ed autobiografico. Ad una festa la musica era altissima e allora si comunicava tramite urla nelle orecchie o per mezze del cellulare scrivendo i messaggi. Altre volte, essendo troppo lontani, come ad esempio succede in montagna se uno si è allontanato troppo lungo il percorso, altra esperienza personale, ci si fanno dei gesti. E se avete a che fare con una persona straniera e non conoscete la lingua? Da qualche studio scientifico risulta che gli italiani gesticolano più degli stranieri e che usano le mani per farsi capire. Mia mamma ci ha provato in Inghilterra quando non vedendomi più mi aveva dato per disperso, ma dopo poco mi ha ritrovato e quindi il gentleman della torre di londra, uno dei guardiani dei corvi, ha smesso di guardarla interrogativamente mentre cercava di rendere "my son" in linguaggio gestuale. A proposito, mai sentito parlare di linguaggio dei segni? Certo che sì direte ... bene allora body language, prossemica e mimica non avranno segreti per voi ... A volte, sempre in montagna, si canta per tenersi in contatto con il gruppo, vedi le combriccole di stranieri che urlano litanie da squadroni dell'esercito del tipo "where we gooooo, we don't know/ walk and ruuuun aalone". Emettere anche qualche gridolino o fare rumore è utilizzato per cercare di mantere un contatto anche quando quello visivo è ormai perso. Utilizzati per segnalare la propria posizione sono anche i razzi, utili anche per comunicare necessità di aiuto. Buffo come rumori e luci siano usati per comunicare, ricordano tanto il tam-tam e i segnali di fumo.

- Ma se abbiamo problemi di comunicazione, allora, come facciamo?
- Come gli antichi ...

sabato, gennaio 21, 2006

Questo blog è ...

Da qui è possibile dare un giudizio a questo blog, siate imparziali e procedete!

http://forum.studenti.it/showthread.php?t=481785

E comunque, siamo solo all'inizio ...

venerdì, gennaio 20, 2006

Non accendete quella scatola

http://www.popolis.it/Admin/UpLoadImages/Televisione_e_lavatrice.jpg

Possiamo parlare di televisione buona e televisione cattiva? O è tutta "televisionaccia"? Per voler usare un'espressione di Grillo, utilizzata però in un contesto diverso, possiamo scegliere tra dei buoni programmi e dei cattivi, oppure tra il peggio e l'appena, appena meno peggio? Cercheremo, insieme ai lettori che vorranno partecipare, di stillare una graduatoria televisiva di programmi e trasmissioni che circolano oggigiorno sulle nostre reti.

Il discorso potrà poi allargarsi sulla produzione cinematografica italiana, che attualmente sembra essersi fossilizzata sui film di Natale, di Boldi e De Sica, finalmente in estinzione. Come pure su quella americana che continua a riempirci di fiction patriottiche e film dall'alto contenuto morale come Over the top, riproposto ieri da rete quattro, mi pare, ma che è anche capace di capolavori come Sulle ali della libertà, Qualcuno volò sul nido del cuculo e Forrest Gump.

Non mancheremo poi, ma questo forse in maniera più approfondita, di notare come spesso i telefilm americani presentino figure comuni e ripropongano sempre lo stesso pastone che noi inesorabilmente, chi più chi meno, ingurgitiamo.

Per il momento l'enorme interrogativo esistenziale è : il grande fratello sarà la solita cagata?
Scusate il linguaggio leggermente scurrile, ma è venuto spontaneo.

mercoledì, gennaio 18, 2006

L'interessante fenomeno delle leggende metropolitane

Il seguente lavoro, fu realizzato per un corso di giornalismo online, anche se ufficialmente si chiamava "Teorie e tecniche dei nuovi media", fatto dal direttore del corriere.it Marco Pratellesi. Risale quindi al 15 Novembre 2004.

Tra racconti misteriosi e bufale on-line per arrivare a inquietanti risvolti nella vita di tutti i giorni

Leggende metropolitane ieri e oggi

Un articolo che documenta il panorama delle “urban legends” esplorabile da internet




Iniziamo la giornata facendo colazione di fronte a un telegiornale che annuncia di un’altra atrocità che giunge da oriente: il rapimento e la consequenziale uccisione di un giovane americano, tale Benjamin Vanderford, arriviamo al lavoro e troviamo dei fogli stampati sulla nostra scrivania accanto al monitor del computer, il capo ha voluto che l’allarmante e-mail appena giuntagli fosse distribuita a tutti affinché fosse nota l’incombente minaccia : il pericoloso virus “….”. Controlliamo la posta per ricevere l’ennesimo messaggio di spamming che ci propone “…”, poi ci ricordiamo del “tg” e troviamo facilmente in rete il video dell’americano giustiziato dato che molti media, nei loro simulacri on-line, danno continua eco alla notizia. A pranzo incontriamo un’avvenente collega che ci mette in guardia sul nuovo pericolo “casalingo” : i kosovari rubano la biancheria. Solo a sera rientriamo nella nostra dimora per guardare un simpatico programma in cui il comico di turno ci prende in giro, parlando del coccodrillo albino nascosto nelle fogne della città, una sonora risata ci mette di buon umore …

Sono ovunque intorno a noi eppure non ce ne accorgiamo. Le leggende metropolitane, materializzazione delle paure della società, vengono costruite e diffuse di continuo e ovunque. La rete rilancia tale fenomeno e lo fa con una potenza inaudita fino
a dargli ancora maggiore potenza persuasiva. Ma come funziona una leggenda e perché è così facile esserne vittime?
Alla base di tutto il “principio di autorità” cioè “il meccanismo che rende credibili fandonie sesquipedali: se la notizia, per quanto dura da credere, ci viene da un amico del quale abbiamo fiducia o ancora meglio da una fonte autorevole istituzionale, a volte addirittura dalla tv o dai giornali, il nostro spirito critico cade in sonno e accettiamo quantoci viene raccontato. Diventeremo a nostra volta veicolo della leggenda metropolitana, che spesso fa leva emotiva sui sentimenti e sui pregiudizi, assecondando uno stimolo molto umano: quello legato al piacere di entrare nel novero e nell'elite di "coloro che sanno"” .
Come afferma uno dei massimi esperti in materia, il prof. Brunvald dell’Università dello Utah, riferendosi alle leggende, “queste sono storie raccontate con la stessa convinzione con cui lo si farebbe se fossero vere, attribuite ad un amico o a un
amico di un amico, ma che sono troppo piene di coincidenze o bizzarre per essere prese alla lettera” e aggiunge : “Le stesse storie di base vengono raccontate in molti posti diversi, collegandole alla realtà locale e con diverse varianti. Queste
sono il nocciolo di ciò che io chiamo leggende metropolitane” .
Le leggende si diffondono tramite il passaparola e in una società mediatizzata come la nostra si insidiano nei media, per l’appunto, e nella rete, come dimostra l’episodio della donna iraniana che avrebbe dato alla luce una rana riportato
dalla BBC che guarda caso affermava che un giornale iraniano aveva riportato l’orrido evento (un amico di un amico…).
O come è stato dimostrato toccando entrambe le sfere dal caso Vanderford, il finto ostaggio, che dichiara insieme ai suoi amici di “trovare che questo video, e in particolar modo quello che è diventato, espone dei problemi con i media […] che smettono di fare investigazioni private e si affidano a una o due fonti,
spesso AP e Reuters” .
Dalle leggende “metropolitane” a quelle “virtuali” passando dalle “religiose”. Esistono infatti le “leggende metropolitane cristiane” come vengono definite dall’ICR, Institute for Creation Research, a cui hanno dato adito le non poche incongruenze della Bibbia.
“Le Cristian Urban Legend sono storie o eventi che non sono mai accaduti. Generalmente creati da un Cristiano come garanzia,poiché danno un supporto concreto alle loro credenze” Tra coloro che si sono mobilitati per studiare e “smascherare”
le leggende metropolitane ricordiamo : il Cicap, comitato italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale, Claudio Ciaravolo e Paolo attivissimo, “divulgatore informatico e cacciatore di bufale” .
Negli ultimi anni impegnati “verso”, o forse dovrei dire “contro”, le leggende-bufale on-line, come testimonia il recente convegno “Contaminazioni : voci, bufale e leggende metropolitane nell’era di internet” tenutosi a Torino dal 5 al 7 Novembre.
Dichiara Massimo Polidoro, membro di spicco del Cicap, che “Ci sono sicuramente leggende innocue, ma molte non lo sono affatto: a volte trasmettono paure infondate, creano timori immaginari, diffondono messaggi razzisti di rifiuto di chi è "diverso" da noi, procurano disagi e in qualche caso autentico dolore. Per tutti questi motivi credo che sia sempre bene condurre una verifica e andare a fondo di ogni "strana" storia.”
Ciaravolo invece è un vero e proprio studioso da laboratorio e alla fine delle sue ricerche, dopo aver creato egli stesso, una leggenda, è giunto a definire due figure in opposizione tra loro : il “legendmaker” e il “legendbuster” attori di una possibile guerra di “marketing occulto” .

domenica, gennaio 15, 2006

Laurea

Dato che mi sono laureato da poco ... un esempio di comunicazione poetica d'avanguardia ... o no?

Laurea

Sale, lentamente, e procede
la china, il suo percorso,
per ire dove niuno pede
ha messo di scorso

È l’ansia che mi dà i brividi,
che ormai corre impetuosa
lungo l’epidermide untuosa,
madida di sudori freddi

Due ore e tutto inizierà,
altre due e tutto finirà.
È il gran fatidico giorno
in cui tutti ti son intorno

Coraggio ti fan gli amici
e i genitori, pure, felici
alla discussione ti incitano,
ma il tempo è villano

Poco per la discussione,
moltissimo prima dell’evento
e tu sei là in passione
inerte e insensibile al vento

E poi entri, t’avvicini,
raccogli il vecchio coraggio,
d’annata, d’un lontano maggio,
e avanti incedi, con gli occhi pieni

Poco, poco e intavoli discorso
che fa trasparire il novo corso.
Tutto cangia, in quell’attimo
e forte è ormai il tuo animo.

Sei della tavola il matadòr
e loro rapiti ti danno orecchio
mentre, t’atteggi a sicur signor,
e loro entusiati danno occhio

Al capolavor, che opera nomasti,
o qual gran progetto concepisti.
Tutto, superbamente, mostrasti
con la tal presentazione, orlasti

Giunta è la fine, sola, del presidente,
la voce si erge nella folla silente.
Dottor in Scienze della Comunicazion
è codesta marvigliosa dichiarazion
cento, proprio cento, e dieci, con la lode,
il magnifico verdetto che sona come un’ode

giovedì, gennaio 12, 2006

Pubblicità per il sociale : ricatto morale

Sarà stato un paio di giorni fa, che il prof. Grandi, docente di Comunicazione Pubblica all'università di Bologna, ci ha proposto alcune brevi pubblicità, ideate e realizzate principalmente dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, su una campagna contro la droga.
Il messaggio era che la droga brucia la tua vita, si partiva ad esempio con delle immagini di un gruppo di ragazzi di 16-17 anni che gioca a pallone. Uno di loro fa gol e tutti insieme festeggiano, poi sembra che la pellicola si bruci, rimane un mucchietto di polvere, e il vento se la porta via. Questo tipo di spot risale agli anni 90.
Ora la mia osservazione è che qui è usata una tecnica di "ricatto morale", cioè "se ti buchi non avrai niente di tutto ciò". Il docente afferma che per parlare di ricatto morale ci voleva qualcosa di più forte. E' probabile che il problema sia che è un ricatto a fin di bene, se invece della droga avessimo messo un'auto di lusso o il cellulare di ultima generazione, probabilmente Grandi sarebbe stato d'accordo. Quante pubblicità ti vogliono far comprare qualcosa per accedere o rimanere un ceto sociale, che ti verrebbe altrimenti precluso? Se non vuoi essere uno sfigato, devi comprare determinati oggetti del desiderio, che spesso sono beni di lusso. Insomma nella maggior parte dei casi si tratta di istillazione di falsi bisogni, di promessa di una nuova vita, non ti vendono il prodotto, ma quello che comporta, che c'è attorno. Ti vendono il sogno.

Spesso dietro un torbido ricatto morale

mercoledì, gennaio 11, 2006

Apertura del blog

Questo Blog si propone di affrontare i più disparati problemi relativi al mondo della comunicazione. Spero di riuscire a tenerlo abbastanza aggiornato e di portare, o ricevere da voi, temi di interesse generale. In un mondo in cui la comunicazione prende sempre più potere e gli addetti ai lavori si elevano a posti dirigenziali, è buffo notare come si vada creando una masnada di ciarlatani che vende comunicazione senza sapere cosa essa sia. Per fare chiarezza, affrontare problemi insoluti o mettere in discussione temi che i più danno per scontati, nasce "iocomunico", gestito da uno studente di Scienze della Comunicazione, di Bologna.

Provate a decifrare il messaggio!

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